Città di Nichelino - portale istituzionale

Il nucleo centrale

Estratti dalla raccolta: Quattro passi per Nichelino – Il nucleo centrale

...è spesso sottovalutato il delizioso borgo vecchio, nascosto dietro la stazione, in questo quartiere d’altri tempi sopravvivono le testimonianze della storia della città…

A cura di:

Contenuti: Ufficio Turismo e Grandi Eventi – Città di Nichelino

Progetto grafico e stampa: Centro stampa – Città di Nichelino

Impaginazione web: Centro elaborazione dati – Città di Nichelino

Un particolare ringraziamento a Giovanni Villa

Il Signore del Castello

«…Il tram numero 1 sferraglia sulle rotaie lucide, gli zoccoli dei cavalli battono il selciato e le lussuose carrozze nere riprendono la via. Nichelino è  un “villaggio”, con il posto pubblico per telefonare e l’economo dell’Ordine Mauriziano che si affaccia periodicamente a controllare che i pioppi abbiano la distanza giusta e che il “biarlè” sposti le dighe proprio all’ora fissata nel 1732.”

Così Sion Segre Amar rievocava la romantica atmosfera di inizio secolo. Nato a Torino il 19 maggio 1910, Segre è stato scrittore e ha abitato nel castello, acquistato dal padre all’inizio del secolo scorso, passato poi al fratello Leonello e venduto dagli eredi agli attuali proprietari nel 1990.

Discendente da  una facoltosa famiglia ebrea, il giovane Sion frequenta il prestigioso liceo d’Azeglio di Torino poi la facoltà di scienze naturali. La sua vita scivola sui binari lineari sino al 1934, quando è arrestato con Leone Ginzburg, per attività antifascista nel movimento giustizia e libertà. In tasca Sion ha il volantino di un’associazione giovanile che discute problemi ebraici. Al fono sono elencati 20 nomi di ebrei tra cui quello di Carlo Levi che sarà accusato di essere tra i fautori di  un  complotto e per questo catturato e spedito al confino. Segre è giudicato dal Tribunale speciale e condannato a 3 anni di carcere, ne sconta uno solo grazie al condono per la nascita di Maria Pia di Savoia.

Uscito di prigione Sion Segre non torna nella villa torinese, ma si trasferisce a Nichelino nella tenuta di famiglia. Dopo la promulgazione delle leggi razziali, emigra in Palestina con moglie e figlia. Qui comincia a scrivere, ma la carriera di autore comincerà solo molto più tardi a Torino, alla veneranda età di circa 70 anni. Pubblica una decina di libri, tra cui “Cento storie di amore impossibile” in cui narra l’infanzia nichelinese. Muore il 4 settembre 2003.

Colpevole ad ogni costo - Il vecchio tribunale

Vecchio Tribunale

E’ impossibile vedere l’interno del vecchio tribunale, ormai in stato di totale abbandono, chiuso e inagibile. I muri esterni resistono all’assalto del tempo, all’incuria e all’oblio.

Qui Niccolò Manfredo Occelli amministrò la giustizia e qui si riuniva il Consiglio  Comunale fino al 1726, quando fu decretato il trasferimento dei poteri amministrativi in borgata Palazzo. La stessa costruzione aveva anche funzione di carcere per detenzioni di breve durata. Il palazzotto è ben riconoscibile isolato sulla destra al numero 2 di via del Castello.

Ben conservata è l’ampia cascina di fronte al tribunale. Ha data recente la pavimentazione in pietra del selciato di via del Castello, realizzato in tema con l’ambiente nel 2003.

Il passato è il prologo

La Lejia, la Cantonà e la Stazione Ferroviaria

La Leja

Da una delle tre uscite del Castello, quella del cancello del parco, inizia la “leja” un magnifico viale, in parte visibile ancora oggi, costeggiato dagli olmi, che partiva da via Torino (oggi interrotto da via Trento) e che snodandosi per 400 metri, raggiungeva il cancello di ferro della casa patrizia che caratterizzava il borgo. Ecco come la vedeva da bambino Sion Segre Amar: “La leja, lunga trecento metri giusti, fatta di “cherpo”, che poi sono olmi, tanto fitti e chiusi da ogni parte e di sopra da sembrare un tunnel, sbuca nel centro del paese un po’ dopo il Municipio” “Cento storie di amore impossibile”, Sion Segre Amar, Garzanti, 1983.

 

La Cantonà

Una fila di abitazioni che si affacciano su un unico cortile, il cui  ingresso era in origine al fondo della “leja”, veniva chiamata “cantonà”. “…detta cantonà altri non era stato che un cascinale, con stalle, tettoie e un rustico per dimora dei fittavoli e dei contadini del feudo, ora reso in certo senso abitabile” (Cino Vercelli in “Nichelino come eravamo – tra le due guerre”, Centro Stampa Città di Nichelino – Impronta Tipografica Nichelino 1989).

 

Stazione Ferroviaria

La fermata di Nichelino entrò in servizio all’attivazione della linea Torino-Pinerolo nel 1854.

All’inizio era gestita dal Genio Militare Ferrovieri ed era solamente un casello, successivamente passò sotto la gestione delle Ferrovie dello Stato trasformandosi nell’attuale fermata dotata di un solo binario, servita dai treni della linea SFM2 del servizio metropolitano di Torino.

Il progetto per una ferrovia che unisse Pinerolo a Torino prese forma nella primavera del 1845 con la costituzione di una società promotrice per la sua costruzione. Nel 1849 questa veniva riconosciuta con Decreto Reale che ne approvava lo statuto ed il regolamento.

Vennero quindi esaminati alcuni progetti di collegamento: via Buriasco-Vigone e Pancalieri di 44 Km, via Piossasco-Orbassano di 33 Km e infine quello passante per Candiolo, None e Airasca. Venne scelto l’ultimo per usufruire di un tratto della già esistente linea Torino-Genova con inserimento nel Comune di Moncalieri poco lontano dal ponte sul Sangone, divenuto in seguito Bivio Sangone.

Dal dicembre 2012 è stata attivata sulla linea Torino-Pinerolo la nuova linea SFM2  del servizio ferroviario metropolitano di Torino che raggiunge la città di Chivasso. La linea non si attesta più quindi alla stazione di Torino Porta Nuova, ma dopo la stazione di Torino- Lingotto prosegue per la stazione di Torino – Porta Susa e di lì per la stazione di Chivasso dove si attesta.

Fu effettuato uno studio per il raddoppio del binario nel tratto Torino-Pinerolo nell’ambito della riorganizzazione del servizio metropolitano di Torino.

Il progetto prevedeva l’interramento della linea per circa 2 Km nel territorio della città di Nichelino, con conseguente spostamento della stazione più a nord. Il primo atto formale di questo intervento è avvenuto ad ottobre 2011 con il deposito, da parte della società Italferr, del progetto di raddoppio tra Bivio Sangone e Pinerolo per la procedura di valutazione di compatibilità ambientale. Tale progetto, però, non si è mai avviato per il mancato stanziamento delle ingenti somme necessarie per la sua realizzazione.

Il Palazzo Comunale

Geometrico e severo, di carattere spiccatamente umbertino, intonacato nel proverbiale colore giallo Torino, già all’apparenza il Municipio rivela le origini. Costruito nel 1902 è stato alzato di due piani in epoca successiva. Al centro della facciata proprio sopra il balcone dall’8 dicembre 1993 fa mostra di sè lo stemma in bronzo su base di pietra, opera del contemporaneo Bernardo Antonio Vittone. Il calco in legno è affisso al secondo piano del palazzo, davanti alla porta della sala intitolata a Massimo Mattei, medico di base e consigliere comunale all’inizio degli anni novanta, morto improvvisamente nel maggio 1994 un mese prima di compiere 39 anni. La sala è stata teatro delle riunioni del Consiglio Comunale fino al 2004 quando è stata inaugurata la nuova sede civica in piazza Camandona.

Sotto le volte del porticato d’accesso le lunette sulle porte laterali riportano a destra i nomi dei caduti per la Patria nel 1918 e, a sinistra, quelli di partigiani e militari scomparsi tra il 1940 e il 1945.

Sul muro accanto alla prima rampa dello scalone campeggia la lapide con incastonato il busto in bronzo di Emanuel Segre, eseguito dallo scultore Brigosi nel 1925, con dedica del “popolo di Nichelino”.

Inter arma silent enim leges

Una tragica pagina di guerra…

Sul palazzo all’angolo tra le vie San Francesco d’Assisi e Fabio Filzi, un’altra lapide ricorda quella che i vecchi nichelinesi tramandano come una delle pagine più drammatiche del paese. Il destino la scrive nelle prime ore del mattino del 30 Novembre 1942. Sono da poco scoccate le 4 quando un bombardiere inglese “Stirling” – decollato con una squadriglia di 30 apparecchi simili dal Bomber Command della Raf nel Regno Unito e in missione su Torino – forse colpito dalla contraerea e in cerca di un atterraggio di fortuna, rasenta i tetti nichelinesi, sbreccia le case e decapita Gandolfo Maggiorino uscito allo scoperto incuriosito dal rumore. Il volo impazzito dell’aereo, carico di bombe inesplose, si ferma contro il rifugio ricavato nella cantina della casa all’angolo tra via Fabio Filzi e via San Francesco d’Assisi. Venti persone muoiono sotto le macerie mentre i sopravvissuti sono soccorsi tra l’angoscia dettata dall’esplosivo non brillato. A prestare le prime cure è anche il medico Rodolfo Camandona, che qualche tempo dopo figurerà tra i fondatori del Comitato di Liberazione Nazionale e sarà il primo sindaco di Nichelino liberata.

Immagini

il nucleo centrale
il nucleo centrale
il nucleo centrale
il nucleo centrale
il nucleo centrale
il nucleo centrale
il nucleo centrale
il nucleo centrale
il nucleo centrale

Pagine collegate

Ultima modifica: 24 Aprile 2021 alle 15:30
Non hai trovato quel che cerchi? Contattaci
torna all'inizio del contenuto