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Le maschere della città

Monsù Panatè e Madama Farina sono maschere semplici, che con i loro abiti popolani nei colori del grano, rappresentano i nichelinesi che grazie alla coltivazione del grano trasformato in farina unita ad acqua e sale integrale, producevano il pane, alimento che garantiva benessere e salute per tutti a prescindere dall’appartenenza sociale. Le maschere della città grazie alla capacità di attrattiva delle maschere allegoriche rappresentano tutto questo divenendo, pur se appena nate, il veicolo privilegiato per diffondere i valori tradizionali della “Nichelino e Stupinigi antiche”.

Cenni storici sulla nascita delle maschere

Le fonti storiche raccontano della nascita del “feudo di Nichilino” assegnato dietro versamento di “lire dieci milla” dal Conte Niccolò Manfredo Occelli a Vittorio Emanuele II.

All’epoca esistevano: la borgata Palazzo (importante per numero di abitanti e attività) e la Borgata Nichelino che pur essendo meno abitata era considerata la più importante in quanto si raccoglieva intorno comprendeva un forno pubblico

Rifacendosi alla storia della Borgata Nichelino e alla comunità che l’ha composta ci siamo ispirati per la creazione della maschera Monsu’ Panatè, il panettiere…. senza il quale il forno pubblico non avrebbe potuto funzionare.

Ma si sà…..non c’è pane senza farina! Per questo, a ricordo della gente di Nichelino che si dedicava alla coltivazione del grano nei terreni agricoli di Stupinigi e che, nei periodi di trebbiatura si ritrovava nei poderi a festeggiare il raccolto, è nata la maschera di Madama Farina.

I detti popolari e le maschere

Tanti sono i detti piemontesi che usano la simbologia del pane e della farina per diffondere “perle di saggezza popolare” nella descrizione di situazioni quotidiane. Alcuni esempi:

• Vende pi el brenn che la farina Vendere più la crusca che la farina (Riuscire meglio da giovane che da vecchio)
• Fé ed farina per so sac Fare farina per il proprio sacco (Pensare a se stesso)
• Nen esse farina da fé d’ostie Non essere farina da fare ostie (Non essere uno stinco di santo)
• A l’e’mej ande’dal panate che dal dutur (è meglio andare dal panettiere che dal dottore)

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Ultima modifica: 24 Aprile 2021 alle 09:56
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