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Criteri di massima per la pianificazione comunale di emergenza

Il Comune può dotarsi o meno di una struttura comunale di protezione civile e di un piano comunale di emergenza. Tale scelta è sicuramente discrezionale, ma comunque non arbitraria e la mancata organizzazione di una seppur minima struttura di protezione civile deve essere fondata sulla motivazione della assoluta mancanza di tale necessità. (eventi calamitosi di cui all’art. 2, comma 1, lettera a, della legge 225/92)

Il Piano Comunale di emergenza si articola in:
A – Parte generale
B – Lineamenti della Pianificazione
C – Modello di intervento

A –     Parte generale
A.1 – Dati di base
A.2 – Scenario degli eventi attesi
A.3 – Indicatori di evento e risposte del Sistema Comunale di protezione civile

A.1 Dati di base

Cartografia:
•    carta di delimitazione del territorio, provinciale comunale, scala 1:200.000 o 1:150.000;
•    carta idrografica, scala 1:100.000;
•    carta dell’uso del suolo comunale e provinciale, scala 1:50.000
•    carta del bacino idrografico con l’ubicazione degli invasi e gli strumenti di misura (pluviometri e idrometri), scala 1:150.000 o 1:200.000;
•    carta geologica, scala 1:100.000;
•    carta geomorfologica, scala 1:25.000;
•    carta della rete viaria e ferroviaria, dei porti, aeroporti ed eliporti, scala 1:25.000;
•    cartografia delle attività produttive (industriali, artigianali, agricole, turistiche);
•    cartografia della pericolosità dei vari eventi nel territorio comunale;
•    cartografia del rischio sul territorio comunale. Popolazione:
•    numero abitanti del comune e nuclei familiari;
•    carta densità della popolazione comunale.

A.2 Scenari degli eventi attesi
Lo scenario si ricava dai programmi di previsione e prevenzione realizzati dai Gruppi Nazionali e di Ricerca dei Servizi Tecnici Nazionali delle Provincie e delle Regioni.

A.2.1 Rischio idrogeologico:

Alluvioni
•    cartografia delle aree inondabili;
•    stima della popolazione coinvolta nelle aree inondabili;
•    stima delle attività produttive coinvolte nelle aree inondabili;
•    quantificazione delle infrastrutture pubbliche e private coinvolte nelle aree inondabili;
•    indicatori di evento (reti di monitoraggio).

Frane
•    cartografia degli abitati instabili;
•    stima della popolazione nell’area instabile;
•    quantificazione delle infrastrutture pubbliche e private nell’area instabile;
•    indicatori di evento (reti di monitoraggio).

Dighe
•    tipi di crollo (sifonamento, tracimazione);
•    onda di sommersione (da crollo e/o manovra degli scarichi di fondo);
•    quantificazione delle infrastrutture pubbliche e private ubicate nell’areacoinvolta dall’ipotetica onda di sommersione;
•    indicatori di evento (reti di monitoraggio).

A.2.2 Rischio sismico:
•    carta della pericolosità sismica;
•    rilevamento della vulnerabilità (edifici pubblici e privati);
•    stima dell’esposizione delle infrastrutture e dei servizi essenziali alla comunità;
•    censimento della popolazione coinvolta dall’evento atteso;
•    classificazione sismica del comune.

A.2.3 Rischio industriale:
•    censimento delle industrie soggette a notifica e dichiarazione;
•    specificazione dei cicli produttivi degli impianti industriali;
•    calcolo delle sostanze in deposito e in lavorazione;
•    censimento della popolazione nell’area interessata dall’evento;
•    calcolo dell’area d’impatto esterna alle industrie.

A.2.4 Rischio vulcanico:
•    serie storiche degli eventi vulcanici;
•    censimento della popolazione nell’area interessata dall’evento;
•    mappe di pericolosità;
•    rilevamento della vulnerabilità con riguardo anche all’esposizione delle infrastrutture e dei servizi pubblici essenziali;
•    indicatori di evento (reti di monitoraggio).

A.2.5 Rischio di incendio boschivo:
•    Carta dell’uso del suolo (estensione del patrimonio boschivo);
•    Carta climatica del territorio;
•    Carta degli incendi storici;
•    Carta degli approvvigionamenti idrici.

A.3 Aree di emergenza
•    cartografia delle aree per l’ammassamento dei soccorritori e delle risorse, scala 1:10.000;
•    cartografia delle aree utilizzabili per il ricovero della popolazione (attendamenti, roulottopoli e containeropoli), scala 1:10.000;
•    cartografia delle aree di attesa per la popolazione, scala 1:10.000 e 1:5.000
•    cartografia degli edifici strategici e loro eventuale rilevamento della vulnerabilità, scala 1:5.000 o 1:10.000;

A.4 Indicatori di evento e risposte del Sistema Comunale di protezione civile
Gli eventi si dividono in eventi prevedibili (vulcanico, idrogeologico) e non prevedibili (terremoto, rischio chimico industriale, incendi boschivi).
Qualora in una porzione di territorio comunale si riscontrino eventi prevedibili in un arco di tempo determinato, sarà fondamentale collegare ad ogni allarme una risposta graduale del sistema comunale di protezione civile coordinata dal Sindaco.
Sarà quindi prioritario da parte del Sindaco tramite il proprio Centro operativo (composto dai responsabili delle funzioni di supporto comunali) organizzare la prima risposta operativa di protezione civile, mantenendo un costante collegamento con tutti gli enti preposti al monitoraggio per gli eventi attesi nel proprio territorio.
Con questo collegamento il Sindaco potrà predisporre in tempo reale tutte le attivazioni operative comunali in base al livello di allarme dato per l’evento.

B – Lineamenti della Pianificazione
I lineamenti sono gli obiettivi che il Sindaco, in qualità di Autorità di protezione civile, deve conseguire per garantire la prima risposta ordinata degli interventi (art.15 L.225/92)

B.1 – Coordinamento operativo comunale
Il Sindaco è Autorità comunale di protezione civile (art. 15, comma 3, L. 225/92).
Al verificarsi dell’emergenza assume la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso in ambito comunale e ne dà comunicazione al Prefetto al Presidente della Giunta Regionale e al Presidente della Provincia.
Il Sindaco per l’espletamento delle proprie funzioni deve avvalersi di un Centro Operativo Comunale (COC).

B.2 – Salvaguardia della popolazione
Il Sindaco quale Autorità di protezione civile è Ente esponenziale degli interessi della collettività che rappresenta. Di conseguenza ha il compito prioritario della salvaguardia della popolazione e la tutela del proprio territorio.
Le misure di salvaguardia alla popolazione per gli eventi prevedibili sono finalizzate all’allontanamento della popolazione dalla zona di pericolo; particolare riguardo deve essere dato alle persone con ridotta autonomia (anziani, disabili, bambini).
Dovranno essere attuati piani particolareggiati per l’assistenza alla popolazione (aree di accoglienza, etc.)
Per gli eventi che non possono essere preannunciati sarà di fondamentale importanza organizzare il primo soccorso sanitario entro poche ore dall’evento.

B.3 – Rapporti con le istituzioni locali per la continuità amministrativa e supporto all’attività di emergenza
Uno dei compiti prioritari del Sindaco è quello di mantenere la continuità amministrativa del proprio Comune (anagrafe, ufficio tecnico, etc.) provvedendo, con immediatezza, ad assicurare i collegamenti con la Regione, la Prefettura, la Provincia, la Comunità Montana.
Ogni Amministrazione, nell’ambito delle rispettive competenze previste dalla Legge, dovrà supportare il Sindaco nell’attività di emergenza.

B.4 – Informazione alla popolazione
E’ fondamentale che il cittadino delle zone direttamente o indirettamente interessate all’evento conosca preventivamente:
•    caratteristiche scientifiche essenziali di base del rischio che insiste sul proprio territorio;
•    le predisposizioni del piano di emergenza nell’area in cui risiede;
•    come comportarsi, prima, durante e dopo l’evento;
•    con quale mezzo ed in quale modo verranno diffuse informazioni ed allarmi.

B.5 – Salvaguardia del sistema produttivo locale
Questo intervento di protezione civile si può effettuare o nel periodo immediatamente precedente al manifestarsi dell’evento (eventi prevedibili), attuando piani di messa in sicurezza dei mezzi di produzione e dei relativi prodotti stoccati, oppure immediatamente dopo che l’evento abbia provocato danni (eventi imprevedibili) alle persone e alle cose; in questo caso si dovrà prevedere il ripristino dell’attività produttiva e commerciale nell’area colpita attuando interventi mirati per raggiungere tale obiettivo nel più breve tempo possibile.
La concorrenza delle aziende produttive nel mercato nazionale e internazionale non permette che la sospensione della produzione sia superiore ad alcune decine di giorni.

B.6 – Ripristino della viabilità e dei trasporti
Durante il periodo della prima emergenza si dovranno già prevedere interventi per la riattivazione dei trasporti terrestri, aerei, marittimi, fluviali; del trasporto delle materie prime e di quelle strategiche; l’ottimizzazione dei flussi di traffico lungo le vie di fuga e l’accesso dei mezzi di soccorso nell’area colpita.

B.7 – Funzionalità delle telecomunicazioni
La riattivazione delle telecomunicazioni dovrà essere immediatamente garantita per gli uffici pubblici e per i centri operativi dislocati nell’area colpita attraverso l’impiego necessario di ogni mezzo o sistema TLC.
Si dovrà mantenere la funzionalità delle reti radio delle varie strutture operative per garantire i collegamenti fra i vari centri operativi e al tempo stesso per diramare comunicati, allarmi, etc.
In ogni piano sarà prevista, per questo specifico settore, una singola funzione di supporto la quale garantisce il coordinamento di tutte le risorse e gli interventi mirati per ridare piena funzionalità alle telecomunicazioni.

B.8 – Funzionalità dei servizi essenziali
La messa in sicurezza delle reti erogatrici dei servizi essenziali dovrà essere assicurata, al verificarsi di eventi prevedibili, mediante l’utilizzo di personale addetto secondo specifici piani particolareggiati elaborati da ciascun ente competente.
La verifica ed il ripristino della funzionalità delle reti, dovrà prevedere l’impiego degli addetti agli impianti di erogazione ed alle linee e/o utenze in modo comunque coordinato, prevedendo per tale settore una specifica funzione di supporto, al fine di garantire le massime condizioni di sicurezza.

B.9 – Censimento e salvaguardia dei Beni Culturali
Nel confermare che il preminente scopo del piano di emergenza è quello di mettere in salvo la popolazione e garantire con ogni mezzo il mantenimento del livello di vita “civile”, messo in crisi da una situazione di grandi disagi fisici e psicologici, è comunque da considerare fondamentale la salvaguardia dei beni culturali ubicati nelle zone a rischio.
Si dovranno perciò organizzare specifici interventi per il censimento e la tutela dei beni culturali, predisponendo specifiche squadre di tecnici per la messa in sicurezza dei reperti, o altri beni artistici, in aree sicure.

B.10 – Modulistica per il censimento dei danni a persone e cose
La modulistica allegata al piano è funzionale al ruolo di coordinamento e indirizzo che il Sindaco è chiamato a svolgere in caso di emergenza.
La raccolta dei dati, prevista da tale modulistica, è suddivisa secondo le funzioni comunali previste per la costituzione di un Centro operativo Comunale.
Con questa modulistica unificata è possibile razionalizzare la raccolta dei dati che risultano omogenei e di facile interpretazione.

B.11 – Relazione giornaliera dell’intervento.
La relazione sarà compilata dal Sindaco e dovrà contenere le sintesi delle attività giornaliere, ricavando i dati dalla modulistica di cui al punto precedente.
Si dovranno anche riassumere i dati dei giorni precedenti e si indicheranno anche, attraverso i mass media locali, tutte le disposizioni che la popolazione dovrà adottare.
I giornalisti verranno costantemente aggiornati con una conferenza stampa quotidiana.
Durante la giornata si dovranno inoltre organizzare, per i giornalisti, supporti logistici per la realizzazione di servizi di informazione nelle zone di operazione.

B.12 – Struttura dinamica del piano: aggiornamento dello scenario, delle procedure ed esercitazioni
Il continuo mutamento dell’assetto urbanistico del territorio, la crescita delle organizzazioni di volontariato, il rinnovamento tecnologico delle strutture operative e le nuove disposizioni amministrative comportano un continuo aggiornamento del piano, sia per lo scenario dell’evento atteso che per le procedure.
Le esercitazioni rivestono quindi un ruolo fondamentale al fine di verificare la reale efficacia del piano di emergenza.
Esse devono essere svolte periodicamente a tutti i livelli secondo le competenze attribuite alle singole strutture operative previste dal piano di emergenza; sarà quindi necessario ottimizzare linguaggi e procedure e rodare il piano di emergenza comunale, redatto su uno specifico scenario di un evento atteso, in una determinata porzione di territorio.

Per far assumere al piano stesso sempre più le caratteristiche di un documento vissuto e continuamente aggiornato, sarà fondamentale organizzare le esercitazioni secondo diverse tipologie:
• esercitazioni senza preavviso per le strutture operative previste nel piano;
• esercitazioni congiunte tra le strutture operative e la popolazione interessata all’evento atteso (la popolazione deve conoscere e provare attraverso le esercitazioni tutte le azioni da compiere in caso di calamità);
• esercitazione periodiche del solo sistema di comando e controllo, anche queste senza preavviso, per una puntuale verifica della reperibilità dei singoli responsabili delle funzioni di supporto e dell’efficienza dei collegamenti.
Ad una esercitazione a livello comunale devono partecipare tutte le strutture operanti sul territorio coordinate dal Sindaco.
La popolazione, qualora non coinvolta direttamente, deve essere informata dello svolgimento dell’esercitazione.

C – Modello di intervento
Rappresenta il Coordinamento di tutti di Centri Operativi (DICOMAC, CCS, COM, COC) dislocati sul territorio

C.1 Sistema di comando e controllo
Il Sindaco per assicurare nell’ambito del proprio territorio comunale la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita, provvede ad organizzare gli interventi necessari dandone immediata comunicazione al Prefetto, Presidente della Giunta Regionale e il Presidente della Giunta Provinciale che lo supporteranno nelle forme e nei modi secondo quanto previsto dalla norma.

C.1.1 Centro Operativo Comunale (COC)
(Simbologia: o)
Il Sindaco, in qualità di Autorità comunale di protezione civile, al verificarsi dell’emergenza, nell’ambito del territorio comunale, si avvale del Centro Operativo Comunale per la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita.

Il Centro Operativo Comunale dovrà essere ubicato in un edificio non vulnerabile ed in un’area di facile accesso.

La struttura del Centro Operativo Comunale si configura secondo nove funzioni di supporto:
–     Tecnica e di Pianificazione
–     Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria
–     Volontariato
–     Materiali e mezzi
–     Servizi essenziali e attività scolastica
–     Censimento danni a persone e cose
–     Strutture operative locali
–     Telecomunicazioni
–     Assistenza alla popolazione

Ogni singola funzione avrà un proprio responsabile che in, “tempo di pace”, aggiornerà i dati relativi alla propria funzione e, in caso di emergenza, nell’ambito del territorio comunale, affiancherà il Sindaco nelle operazioni di soccorso.

Pagine collegate

Ultima modifica: 24 Aprile 2021 alle 09:49
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