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Il giardino delle Giuste e dei Giusti

Il Giardino delle Giuste e dei Giusti è uno spazio verde in cui si respirano storie di Giustizia e Coraggio.

 

 

Cos'è il giardino?

È come un libro aperto: ogni suo albero è una pagina che racconta i vissuti di donne giuste e di uomini giusti che, rifiutando di piegarsi ai totalitarismi e alle discriminazioni, hanno scelto di rischiare le loro stesse vite in onore di un bene più alto, ossia quello dell’intera umanità.

Le testimonianze che il giardino raccoglie promuovono i principi su cui si fondano la nostra carta costituzionale e l’internazionalismo umanamente inteso.

Il Giardino dei Giusti di Nichelino, luogo di memoria e di impegno, si presta all’incontro e al dialogo.

È una realtà inclusiva, libera e aggregativa, in cui sono promossi valori di pace, uguaglianza e solidarietà.

Chi sono le giuste e i giusti?

Chiunque salva una vita, salva il mondo intero recita il Talmud.

I Giusti e le Giuste sono uomini e donne comuni; ciò che li rende meritevoli di tale riconoscimento è la loro scelta di preservare i valori umani di fronte a leggi ingiuste e/o all’indifferenza della società.

Operano in panorami estremamente complessi dal punto di vista storico, politico e socio-culturale correndo il rischio di mettere in pericolo la propria vita e quella dei propri affetti; agiscono compiendo un atto intimo, personale, ma soprattutto ricolmo di coraggio.

Le loro storie ci insegnano che quotidianamente abbiamo la possibilità, attraverso le nostre azioni, di riconoscere dignità e valore alla vita umana, scegliendo il Bene.

I Giusti e le Giuste, grazie alla loro capacità di mettere in atto il Cambiamento, scrivono la Storia: Vivono la responsabilità della propria scelta, dettata dalla propria coscienza, senza mai cedere alla disumanizzazione.

Dove trovare il giardino

Il giardino in video...

 

Dediche e biografie

 

A Wangari Muta Maathai che ci insegna che lottare per l’ambiente significa lottare per la Democrazia.
A Don Pino Puglisi che ha dedicato la sua vita ai giovani di quartiere, vittime della mafia.
A Gino Bartali che procurò documenti che salvarono la vita a migliaia di ebrei italiani.

A Hevrin Khalaf uccisa per aver promosso valori come la pace, la libertà e il femminismo.
A Enes Kanter che all’agio predilige la denuncia.

A Fannie Lou Harrier che mai si è stancata di lottare per i diritti delle donne nere.
A Chico Mendes che si è battuto per il polmone verde del nostro Mondo.
A Ricky Richard Anywar che ha riscattato la sua infanzia, proteggendo quella di bambini e bambine in Uganda.
Ad Ada Rossi, partigiana che lottava e credeva in un’Europa libera e unita.

 

A Giorgio Perlasca che salvò migliaia di ebrei ungheresi dalla deportazione.

A Yolande Mukagasana che diffonde messaggi di pace, nonostante le insanabili ferite del genocidio in Ruanda.
Table Ad Alexei Ananenko che ha messo in pericolo la propria salute per salvaguardare quella di tanti altri suoi concittadini e tante altre sue cittadine.
Table A Daphne Vloumidi che è futuro e speranza per migliaia di migranti in Lesbo.
Table Ad Alganesh Fessaha che si prende cura delle storie di molti migranti a Lampedusa.
A Felicia Impastato che mai ha piegato la testa o curvato la schiena nella lotta alla mafia, proseguendo l’operato del figlio Peppino.
A Irena Sendler che ha offerto cura e ha salvato la vita di molti bambini e molte bambine durante la Seconda Guerra Mondiale.
Table A Christine Harstad Schuff che ha dato dignità a corpi ormai privati di ogni diritto.
Table A Rita Atria che si ribellò alla mafia e quindi alla sua famiglia.
Table A Otto Weidt che comprese la ricchezza della diversità e la tutelò.
Table A Ferdinando Valletti che con la sua passione ha sostenuto i suoi compagni deportati.

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Ultima modifica: 22 Giugno 2021 alle 23:51
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